Dura presa di posizione contro la proposta da parte del sindacato Pnfd.
Domenica 07 Aprile 2019 - 13:9
Sembra che la preoccupazione di una certa sinistra sia quella di
“catalogare” le forze dell'ordine, proponendo addirittura un codice
identificativo sui caschi in possesso agli agenti. Si vedono
le pagliuzze e si ignorano le travi.Lo sostiene Ettore Allotta
del sindacato Polizia Nuova Forza democratica. Il Movimento Politico
Liberi e Uguali torna – dunque - alla carica e mette nel mirino poliziotti, finanzieri,
militari e carabinieri ritenendo – pertanto che l’urgenza e la necessità
primaria sia quella di catalogare i poliziotti! Secondo Ettore Allotta si è
davvero al limite del grottesco! Si pensi invece a schedare e catalogare i
criminali in maniera piu’ efficiente.- Sulla questione, lo stesso Allotta
osserva che sono tanti i problemi che affliggono il nostro territorio, che si
trova in apprensione e in costante inquietudine per via del terrorismo e la
recrudescenza di una criminalità prepotente e aggressiva, oltre a combriccole
senza scrupolo di criminali sia stranieri che italiani. E in tutto questo
quadro problematico e pericoloso il deputato Nicola Fratoianni (liberi e
Uguali), con una proposta di legge assegnata la scorsa settimana alla;prima
commissione; della Camera il cui titolo è chiaro: “Disposizioni in materia
di;identificazione delle forze di polizia;in servizio di ordine
pubblico”. punta alla codificazione dei caschi per gli agenti di polizia".
Allotta tuona e sostiene che si è davvero alla follia pura:
identificare chi indossa una divisa e non chi indossa un passamontagna o una
mazza come se il pericolo fosse rappresentato proprio da chi giornalmente
difende i diritti dei cittadini rischiando la propria vita sa davvero di
bizzarro, goffo e paradossale! Sconcertante: come dire se in un cesto di mele
c'è una mela marcia togliamo le sane – piuttosto – tuona ancora Ettore Allotta
– bisogna avere, invece, deferenza e riguardo verso chi porta una divisa e
rischia la vita invece di considerare più pericoloso il poliziotto del
manifestante che lancia bombe molotov! Allotta Ettore rimarca con forza che chi
dovrebbe dolersi della violenza subita sono proprio gli uomini e donne in
divisa - che operano con abnegazione e sacrificio per conto dello Stato e che
spessissimo vengono lasciati soli dallo Stato stesso. Quindi insisto –
ribadisce Ettore Allotta - con forza: No ai codici identificativi sui
caschi delle Forze di Polizia! Sarebbe molto più sensata una inversione di rotta con l’ installazione
di videocamere sulle divise o anche in dotazione alle autovetture delle forze
dell’ordine e nelle celle di sicurezza, sotto il controllo e la direzione del
garante della privacy, con adozione di un rigido regolamento, per filmare
quanto accade durante il servizio, nelle manifestazioni, in piazza e negli
stadi e – soprattutto – è necessaria una regolamentazione per i manifestanti
che preveda il divieto assoluto di coprirsi e rendersi irriconoscibili.
Non dimentichiamo che colui che va a manifestare rendendosi
non identificabile usando un casco o un passamontagna non è un manifestante ma
un delinquente che già nel modo di presentarsi rivela idee e intenzioni
bellicose e non pacifiche! Le telecamere sono un fondamentale espediente per la
ricerca della verità assoluta che permettono di incastrare un presunto abuso
commesso da chiunque e consentirebbero di far luce sin da subito su casi
particolari e/o sconcertanti come è accaduto per il caso Cucchi giusto per fare
un esempio recente. E in taluni casi sarebbero di vitale importanza le pistole
taser che potrebbero permettere agli agenti di sedare una rissa o fermare
qualche esagitato in tempi rapidissimi prima che questi commetta gravi crimini
e senza dover usare le pistole d’ordinanza che ogni volta che vengono usate dai
poliziotti sollevano un vespaio di critiche sulla necessità o meno di averla
utilizzata. Lo Stato e quindi la politica tutta dovrebbe pensare a proteggere
chi protegge i cittadini e chi protegge i politici stessi e i ministri. Quindi
appunto le Forze dell’Ordine con i loro agenti di scorta, con i loro agenti di
polizia e carabinieri. Perché sono loro a rischiare la vita per i cittadini, i
politici e le autorità tutte. A volte sembra che si dimentichi che se i vari
parlamentari e/o ministri, presidenti e altre autorità possono andare in giro,
presenziare a convegni o svolgere il loro lavoro di governanti con estrema
tranquillità lo devono soprattutto alle Forze dell’Ordine tutte e questo –
sostiene Allotta – non può e non deve passare in secondo piano.
Allotta tuona e sostiene che si è davvero alla follia pura:
identificare chi indossa una divisa e non chi indossa un passamontagna o una
mazza come se il pericolo fosse rappresentato proprio da chi giornalmente
difende i diritti dei cittadini rischiando la propria vita sa davvero di
bizzarro, goffo e paradossale! Sconcertante: come dire se in un cesto di mele
c'è una mela marcia togliamo le sane – piuttosto – tuona ancora Ettore Allotta
– bisogna avere, invece, deferenza e riguardo verso chi porta una divisa e
rischia la vita invece di considerare più pericoloso il poliziotto del
manifestante che lancia bombe molotov! Allotta Ettore rimarca con forza che chi
dovrebbe dolersi della violenza subita sono proprio gli uomini e donne in
divisa - che operano con abnegazione e sacrificio per conto dello Stato e che
spessissimo vengono lasciati soli dallo Stato stesso. Quindi insisto –
ribadisce Ettore Allotta - con forza: No ai codici identificativi sui
caschi delle Forze di Polizia! Sarebbe molto più sensata una inversione di rotta con l’ installazione
di videocamere sulle divise o anche in dotazione alle autovetture delle forze
dell’ordine e nelle celle di sicurezza, sotto il controllo e la direzione del
garante della privacy, con adozione di un rigido regolamento, per filmare
quanto accade durante il servizio, nelle manifestazioni, in piazza e negli
stadi e – soprattutto – è necessaria una regolamentazione per i manifestanti
che preveda il divieto assoluto di coprirsi e rendersi irriconoscibili.
Non dimentichiamo che colui che va a manifestare rendendosi
non identificabile usando un casco o un passamontagna non è un manifestante ma
un delinquente che già nel modo di presentarsi rivela idee e intenzioni
bellicose e non pacifiche! Le telecamere sono un fondamentale espediente per la
ricerca della verità assoluta che permettono di incastrare un presunto abuso
commesso da chiunque e consentirebbero di far luce sin da subito su casi
particolari e/o sconcertanti come è accaduto per il caso Cucchi giusto per fare
un esempio recente. E in taluni casi sarebbero di vitale importanza le pistole
taser che potrebbero permettere agli agenti di sedare una rissa o fermare
qualche esagitato in tempi rapidissimi prima che questi commetta gravi crimini
e senza dover usare le pistole d’ordinanza che ogni volta che vengono usate dai
poliziotti sollevano un vespaio di critiche sulla necessità o meno di averla
utilizzata. Lo Stato e quindi la politica tutta dovrebbe pensare a proteggere
chi protegge i cittadini e chi protegge i politici stessi e i ministri. Quindi
appunto le Forze dell’Ordine con i loro agenti di scorta, con i loro agenti di
polizia e carabinieri. Perché sono loro a rischiare la vita per i cittadini, i
politici e le autorità tutte. A volte sembra che si dimentichi che se i vari
parlamentari e/o ministri, presidenti e altre autorità possono andare in giro,
presenziare a convegni o svolgere il loro lavoro di governanti con estrema
tranquillità lo devono soprattutto alle Forze dell’Ordine tutte e questo –
sostiene Allotta – non può e non deve passare in secondo piano.